Dote per i diciottenni e aumento della tassa di successione. La proposta di Enrico Letta.

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È di pochi giorni fa la proposta lanciata dal segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, di costituire una dote per i diciottenni, a partire da un aumento della tassa di successione per i patrimoni sopra il milione di euro. 

Ecco cosa potrebbe cambiare

Eredità universale o di cittadinanza è l’idea di Fabrizio Barca a cui si è ispirato Letta per il suo programma politico. «Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro), ma chiedendo all’1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione» ha spiegato il segretario Pd. Nel progetto originario, si ipotizzava un bonus di 15 mila euro senza vincoli, in quello di Letta 10 mila euro legati all’Isee. La copertura andrebbe trovata, appunto, nell’aumento della tassa di successione per i “grandi patrimoni”. 

In effetti, in Italia, l’imposta di successione è ben al di sotto della media Ocse (come si legge nell’ultimo rapporto sulla tassazione dell’eredità, pubblicato l’11 maggio dall’organizzazione internazionale) ferma al 4% (salvo franchigia fino al milione di Euro) e inferiore solo a quella in vigore negli Stati Uniti, dove però si applica un’aliquota del 40%. Secondo Italia Oggi, lo Stato italiano ricava dalla tassa di successione meno di un miliardo di euro all’anno, mentre in Germania si accantonano 7 miliardi e in Francia 14 miliardi. 

Quindi, a conti fatti, l’Italia ottiene dalla tassa di successione una quota del suo gettito complessivo inferiore allo 0,2%, contro una media Ocse dello 0,5%. Oltralpe, in Francia, la percentuale sale all’1,5%, in Gran Bretagna si attesta allo 0,7%. 

Anche prevedendo un aumento della tassa di successione per i patrimoni che superano 1 milione di euro, con aliquota massima applicabile solo sopra i 5 milioni di euro, la tassa di successione italiana resterebbe comunque più bassa rispetto a quella pagata negli altri Paesi europei.

Sono i passaggi ereditari ad essere identificati come “principale motivo di concentrazione della ricchezza”, secondo due economisti, Tito Boeri e Roberto Perotti, che stimano – dalle colonne di Repubblica – come negli ultimi 20 anni i cinque mila italiani più ricchi (pari allo 0.01% della popolazione) abbiano visto triplicare la loro ricchezza a fronte del 50% più povero della popolazione che ha accusato “una riduzione dell’80% della ricchezza netta”. 

Casa: la principale ricchezza in Italia

In Italia, la casa è la forma principale di detenzione della ricchezza: «Se i figli non hanno liquidità sono costretti a vendere la casa, un risultato indesiderabile se si tratta dell’unica casa di famiglia» spiegano gli economisti. 

Una valutazione che potrebbe fare a pugni con la proposta di aumento dell’imposta di successione, sebbene Letta abbia circoscritto il progetto soltanto ai “grandi patrimoni”. 

Che ne pensate in merito?

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