Che cosa fare quando si ha un credito da riscuotere e il debitore sembra essere sparito nel nulla?
Fantasmi nullatenenti. È questo che oggi sembrano essere molti debitori, una situazione che rende sempre più difficili le azioni di recupero crediti. A quali condizioni è preferibile deporre le armi e arrendersi e quali sono, invece, i margini che ci indicano di proseguire con una causa per vedere soddisfatto il proprio diritto ad ottenere la riscossione di un credito?
Facciamo chiarezza sul tema del recupero crediti a partire da un evento realmente accaduto.
Una causa vinta, una parcella non pagata
Nel 2010 l’avvocato Caio Sempronio difendeva il signor Tizio Tiberio in un giudizio che vedeva quest’ultimo vincere la causa. Nonostante l’esito positivo, Tizio Tiberio non pagava però il compenso al suo avvocato, sottraendosi alle sue legittime richieste.
Caio Sempronio, dunque, si rivolgeva così al nostro studio legale per valutare l’opportunità di convenire in giudizio il cliente debitore e vedere finalmente soddisfatto il suo credito. Proposta nel 2015 la causa di recupero del credito insoluto, Il giudice confermava come satisfattivamente svolta l’attività professionale dell’avvocato Caio Sempronio in favore di Tizio Tiberio, che reiterava la sua irreperibilità, e, di conseguenza, condannava quest’ultimo al pagamento delle spese di entrambi i giudizi.
Dinnanzi al continuo sottrarsi di Tizio Tiberio, lo studio legale Raimondi decideva di procedere ad una accurata indagine patrimoniale e ricerca presso la conservatoria dei registri immobiliari, dalla quale risultava che il debitore era proprietario di un solo bene immobiliare.
Nel gennaio del 2016, tuttavia, Tizio Tiberio vendeva il suo unico immobile al fratello Tullio Tiberio, con tanto di prova dell’avvenuto pagamento. Si dà il caso, però, che Tullio Tiberio era proprio il soggetto al quale era stato notificato nel 2015 l’atto di citazione indirizzato a Tizio Tiberio da parte dello studio legale Raimondi, presso tale immobile, per essersi egli dichiarato già convivente ed abilitato alla ricezione degli atti destinati al proprio fratello Tizio.
È da questa compravendita che prende le mosse la strategia difensiva dello studio legale Raimondi.
L’azione revocatoria: che cos’è?
Questo atto dispositivo dell’unico bene in possesso di Tizio Tiberio viene inquadrato e valutato come sufficiente a giustificare la proposta di un’azione revocatoria.
Si tratta di un’azione disciplinata dagli artt. 2901 ss. c.c., che viene concessa al creditore per ottenere la declaratoria di inefficacia nei propri confronti degli atti con cui il debitore ha disposto del suo patrimonio, di fatto spogliandosene, in danno delle ragioni creditorie. Spesso il debitore cerca di sottrarre in modo fraudolento beni dal suo patrimonio, privando il creditore di quella garanzia patrimoniale generica prevista dall’art. 2740 del c.c.
Effetto della revocatoria è la dichiarazione di inefficacia dell’atto di alienazione, che avvantaggia solo il creditore che ha esperito l’azione, che potrà dunque rivalersi sul bene come non se non fosse stato mai venduto, pur rimanendo l’atto di compravendita di Tizio Tiberio a Tullio Tiberio valido nei confronti dei soggetti terzi.
La sentenza di accoglimento dell’azione revocatoria
Il Tribunale di Napoli Nord, Terza sezione civile, ha così stabilito nella sentenza: «La domanda formulata dal creditore è fondata e può pertanto trovare accoglimento.
Come è noto, i presupposti per il fruttuoso esperimento dell’azione revocatoria sono costituiti dalla sussistenza del credito del revocante, dal pregiudizio arrecato alle ragioni del creditore (eventus damni), e dalla conoscenza del pregiudizio da parte del debitore (scientia damni). Inoltre, trattandosi nel caso di specie di atto a titolo oneroso, trova applicazione il requisito di cui all’art. 2901 co.1 n.2 c.c., e cioè la consapevolezza del pregiudizio in capo al terzo».
Ad avviso del Tribunale, la cessione dell’unico bene immobile di Tizio Tiberio ha sicuramente reso
più difficoltoso, incerto e dispendioso il soddisfacimento del credito, essendo irrilevante che il creditore non abbia tentato di proporre una diversa iniziativa esecutiva anche se infruttuosa.
Infatti, il Tribunale richiamando la Cassazione, ha così riportato: «La sostituzione degli immobili con il denaro derivato dalla compravendita comporta già una rilevante modifica qualitativa della garanzia patrimoniale, in considerazione della facilità di cessione del denaro il cui trasferimento, all’epoca dei fatti, non era soggetto ad alcuna restrizione». (Cass. 1896/2012).
Inoltre, la compravendita tra Tizio Tiberio a Tullio Tiberio risulta essere successiva alla data di incardinamento del processo tra Tizio Tiberio e l’avvocato Caio Sempronio, assistito dallo studio legale Raimondi. È ancora la Cassazione a specificare che «in tema di azione revocatoria ordinaria, quando l’atto di disposizione sia successivo al sorgere del credito, unica condizione per il suo esercizio è la conoscenza che il debitore abbia del pregiudizio delle ragioni creditorie» (Cass. 27546/2014).
Legami familiari
Circostanza quest’ultima provata anche dal fatto che tra Tizio Tiberio e Tullio Tiberio vi è un saldo legame di parentela e che non è credibile ritenere che il secondo non abbia conosciuto della vertenza in essere tra il primo e l’avvocato Caio Sempronio e delle legittime ragioni di credito di quest’ultimo, avendo ricevuto per conto del fratello la richiesta giudiziaria di pagamento insoddisfatto. Ne deriva che l’avvocato Caio Sempronio potrà rivalersi ugualmente sul bene ad oggi formalmente intestato a Tullio Tiberio, nonostante l’acquisto fattone ed il prezzo corrisposto.
La giustizia ha i suoi paradossi, ma talvolta anche un credito non ingente può diventare una valanga che travolge tutto ciò che incontra sul proprio cammino. È sempre importante realizzare un’analisi di valutazione di recupero del credito, senza soffermarsi alle apparenze, per studiare la migliore strategia da mettere in atto.